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Il nervo trigemino: perché causa nevralgie e come intervenire

Il nervo trigemino è il quinto dei dodici nervi cranici presenti nell'essere umano. È così chiamato perché si suddivide in tre grossi nervi: il nervo oftalmico, il nervo mascellare ed il nervo mandibolare. La sua salute è strettamente connessa a quella del cavo orale, ed ecco perché è importante conoscerne eventuali patologie e come porvi rimedio.

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Anatomia del nervo trigemino

Originato nel tronco encefalico, e più precisamente nel ponte di Varolio, si dirama poco dopo il suo punto di emergenza in nervo oftalmico, nervo mascellare (questi aventi un ruolo esclusivamente sensitivo) e in nervo mandibolare (che invece possiede sia fibre nervose sensitive che motorie). Queste diramazioni a loro volta si suddividono ulteriormente.

Funzioni

  • Componente sensitiva: il nervo trigemino innerva la cute del volto, la parte anteriore del cuoio capelluto, le mucose di bocca e naso, la congiuntiva, il bulbo oculare ed i denti. In particolare, le informazioni di questi ultimi provengono dalle diramazioni mascellare e mandibolare;
  • Componente motoria: innerva i muscoli masticatori ed altri muscoli prossimi alla mandibola;
  • Componente parasimpatica (cioè quella controllata in maniera “automatica” dal nostro cervello): controlla le secrezioni nasali, lacrimali e salivari.

Dal dentista

Ti è mai capitato di ricevere, prima di un trattamento odontoiatrico, un’anestesia locale per prevenire il dolore? Ebbene, il dentista pratica queste anestesie proprio nei punti in cui scorrono le diramazioni del nervo trigemino.
Ad esempio, se soffri di un disturbo all’arcata inferiore, o devi effettuare alcune operazioni come l’implantologia, l’iniezione verrà praticata nella branca del nervo mandibolare che scorre nel canale mandibolare ed innerva denti e gengive dell’arcata.


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Patologie del nervo trigemino: la nevralgia

La patologia più comune e problematica legata al nervo trigemino è la nevralgia, una sindrome neuropatica cronica che si manifesta con dolori lancinanti focalizzati nelle aree innervate dal trigemino, solitamente colpendo un solo lato del volto. Le crisi di dolore durano poco, tra i pochi secondi e i 2 minuti, si presentano senza preavviso e a volte possono manifestarsi una dopo l’altra nell’arco di breve tempo.

I sintomi della nevralgia

Il tipo di dolore dell’episodio è solitamente descritto come una scossa elettrica, mentre nel tempo che intercorre tra un episodio e l’altro, chiamato periodo refrattario, può rimanere un dolore sordo. Se soffri di nevralgia del nervo trigemino, anche una lieve stimolazione di alcune aree specifiche del volto quali labbra, occhi o bocca (i cosiddetti trigger points) può scatenare un episodio doloroso: i pazienti quindi tentano di evitare vibrazioni o contatti (come durante la rasatura, il trucco o il lavaggio dei denti), o stimoli motori come la masticazione o la fonazione.
Gli spasmi di dolore sono regolari e possono durare per giorni, settimane o addirittura mesi, e il dolore può anche espandersi alle zone limitrofe a quelle colpite nei primi episodi.
La frequenza delle crisi aumenta nel tempo, ma gli attacchi raramente si manifestano durante la notte o le ore di riposo.

Le cause

Purtroppo, non sempre si riescono ad individuare le cause precise delle nevralgie del trigemino: nella maggior parte dei pazienti, è noto il verificarsi di un contatto tra il trigemino e un vaso sanguigno limitrofo, il che a sua volta esercita una pressione sul nervo tale che quest’ultimo invia segnali anomali al cervello.
In casi più estremi e fortunatamente più rari, la nevralgia può essere scatenata da un tumore che comprime il trigemino.
Inoltre, essa può essere conseguenza dell’invecchiamento, oppure di altre condizioni patologiche che spesso comportano danni alla guaina mielinica del nervo:
  • Malattie del sistema nervoso centrale (come la sclerosi multipla);
  • Lesioni cerebrali;
  • Traumi;
  • Infezioni e complicanze (ad esempio in seguito a infezione da Herpes Zoster).
Per quanto riguarda l’incidenza, i soggetti di età inferiore ai 40 anni sono colpiti più raramente, mentre più frequente è la comparsa di questo disturbo nelle donne.

Diagnosi

Non essendoci un esame specifico atto a diagnosticare la nevralgia del trigemino, la diagnosi è effettuata sulla base della storia medica del paziente e la sua descrizione dei sintomi; all’occorrenza può essere prescritta un’accurata visita neurologica per escludere patologie che creano sintomi simili, come la cefalea a grappolo.
Spesso, i pazienti vengono sottoposti a risonanza magnetica (MRI), per accertarsi che il dolore non derivi da tumore o sclerosi multipla. Per definire più chiaramente l’eziologia della nevralgia, oltre alla risonanza magnetica può rivelarsi necessaria anche un’angiografia: in questo modo, il medico individua la compressione del nervo, l’aneurisma o qualsiasi altra anomalia stia affliggendo il nervo trigemino.


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Cura e terapia delle nevralgie trigeminali

Se si individuano gli eventi che stimolano i trigger points, si può agire prevenendo le situazioni in grado di scatenare gli attacchi: una sciarpa ben avvolta attorno al viso può evitare lo sferzare del vento contro il viso, e per lo stesso motivo è consigliabile stare alla larga da correnti d’aria provenienti da condizionatori o finestre aperte. Anche cibi e bevande troppo caldi o troppo freddi possono scatenare episodi dolori, allo stesso modo di cibi troppo duri: può essere utile quindi frullare il cibo e ingerirlo eventualmente con una cannuccia, al fine di evitare contatti indesiderati con le zone doloranti. Attenzione anche a caffè, agrumi e banane.
Laddove la terapia preventiva non sia sufficiente, i rimedi più comuni sono di tipo medicinale: tendenzialmente farmaci anticonvulsivanti, ma anche antidepressivi per i dolori più costanti.
Ai farmaci possono essere abbinate tecniche complementari quali:
  • L’agopuntura;
  • La terapia vitaminica;
  • La terapia nutrizionale;
  • Il biofeedback;
  • La stimolazione elettrica delle terminazioni nervose.
A volte, tuttavia, i farmaci non sono sufficienti, e bisogna ricorrere all’intervento chirurgico, che sarà stabilito dallo specialista dopo un’attenta analisi. Le tecniche più utilizzate sono:
  • Procedure percutanee: un ago o un tubo sottile sono utilizzati per raggiungere il nervo e iniettarlo di glicerolo, o applicare calore oppure rimuovere le terminazioni che causano l’invio di stimoli anomali;
  • Radiochirurgia stereotassica: il danneggiamento intenzionale del nervo trigemino tramite un fascio di radiazioni;
  • Decompressione microvascolare: è l’operazione più invasiva, e consiste nella rimozione o spostamento del vaso sanguigno (o dei vasi sanguigni) che interferisce con il nervo trigemino.
Se l’operazione risulta avere successo, si potrà abbandonare la terapia farmaceutica.


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